Page 2582 - Shakespeare - Vol. 1
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DEMONE
La dama è lei. Ma lui il giovane non è!
(Stanno in disparte.)
DEMET RIO
Ma perché te la prendi così con chi t’adora?
Sì fiere parole siano pel tuo più fiero nemico!
ERMIA
Mi limito a rampognarti. Ma ben di peggio dovrei fare!
Temo ci sian buone ragioni per mandarti all’Inferno!
Hai trucidato Lisandro addormentato,
e già i tuoi piedi son nel sangue? Allora tuffatici dentro
e trucida anche me! Il sole non fu mai tanto fedele al giorno
quanto era lui con me. M’avrebbe mai abbandonata,
così, in pieno sonno? Crederò piuttosto
che la dura terra si possa perforare
e che la Luna possa infilarsi nel suo centro
e uscire in mezzo agli Antipodi
a far dispetto a suo fratello il Sole, nel pieno del meriggio!
No, non può essere altro; tu l’hai assassinato!
E dell’assassino hai proprio il volto - sinistro e tetro!
DEMET RIO
Dell’assassinato, ho io il volto, e non potrei averlo diverso,
trafitto nel cuore come sono dalla tua efferata crudeltà.
E invece tu - la vera assassina - sei circonfusa di luce e di splendore;
come Venere, lassù, nella sua sfera smagliante.
ERMIA
Che c’entra questo col mio Lisandro? Dov’è egli mai?
Oh buon Demetrio, me lo ridarai?
DEMET RIO
Darei piuttosto la sua carcassa ai cani!
ERMIA
Ma passa via! - cagnaccio tu, cagnaccio randagio! Mi fai
perder la pazienza - a me, che son ragazza mite ed educata. Orsù
confessa!

