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Vi prego, ossequi da parte mia alla Signora Buccia, vostra madre. E a
Mastro Baccello, vostro padre. Mio buon Mastro Fior-di-Pisello, anche di voi
desidero ardentemente far migliore conoscenza. E il vostro nome,
messere?
SEME-DI-SENAPE
Seme-di-Senape.
ROCCHET T O
Buon Mastro Seme-di-Senape, m’è ben nota la vostra pazienza. Quel
vigliaccone gigante del Signor Manzo ha divorato molti messeri della vostra
casata. Credetemi, più d’una volta i vostri parenti m’han fatto venire i
lucciconi. Bramo di conoscervi meglio, buon Mastro Seme-di-Senape.
T IT ANIA
Su, mettetevi al suo servizio. Accompagnatelo al mio padiglione.
Mi pare che la luna abbia le lacrime agli occhi. 53
E quando piange, ogni piccolo fiore piange con lei
per qualche violata castità. 54
Ora legate la lingua al mio diletto
e scortatelo in silenzio. 55
Escono.
Scena II 56 EN
Entra Oberon, Re delle Fate.
OBERON
Mi piacerebbe sapere se Titania è desta.
E chi per primo le apparve al suo risveglio,
per cui adesso delira d’amor folle.
Entra il Demone.
Ecco il mio messaggero. Or dunque, spirito pazzo?
Quali spassi, stanotte, in questo bosco incantato?
DEMONE
Ah, la mia padrona s’è innamorata d’un mostro!
Nei pressi del suo recesso sacro e segreto,
mentre era nell’ora del sonno profondo,
un branco di straccioni - di rozzi artieri -

