Page 2581 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2581
che sudan per un tozzo di pane nelle botteghe d’Atene,
s’erano riuniti a far le prove d’un dramma
da dedicare al gran Teseo nel dì delle nozze.
Il più balordo zuccone di quella banda di buoni a nulla,
che faceva la parte di Piramo nel dramma,
uscì di scena e s’infilò nel bosco.
Allora io prendo la palla al balzo
e una capocchia d’asino gl’infilo sulla testa.
A questo punto doveva ricever l’imbeccata per rispondere a Tisbe,
ed eccolo che sbuca fuori, il mio commediante.
A quella vista i compagni - quali oche selvatiche
che l’uccellatore nascosto hanno avvistato - o come cornacchie
dal capo bigio che al colpo del fucile, in largo stuolo
gracchiando s’alzano in volo, sbandano,
e pazze si disperdono in cielo - proprio così
fuggono i suoi compari. E un di loro, al nostro scalpitare, 57
finisce a ruzzoloni e si mette a strepitare;
“All’assassino!” - e invoca soccorso da Atene.
Così, perduta, dalla gran paura, la poca saviezza del cervello,
cose assolutamente insensate ai loro occhi parvero animate.
Ecco che rovi e pruni strappano ad alcun le vesti.
Altri ci lascian maniche e cappelli.
In tal modo io li braccai in preda allo spavento,
e là, del tutto trasformato, il dolce Piramo lasciai.
Allora accadde che Titania si destò
e d’un somaro sùbito s’innamorò!
OBERON
La cosa è riuscita meglio di quanto pensassi!
Ma hai tu poi umettato 58 gli occhi del giovane ateniese
col filtro d’amore, com’io ti comandai?
DEMONE
Lo sorpresi addormentato... e anche questo ho fatto...
E la fanciulla ateniese era al suo fianco.
E al suo risveglio ei certo l’adocchiò.
Entrano Demetrio ed Ermia.
OBERON
Nasconditi! È lui... l’uomo d’Atene.

