Page 2569 - Shakespeare - Vol. 1
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Entrano, correndo, Demetrio ed Elena. Esce.
Esce.
ELENA
Fermati qui, sia pure per trucidarmi, dolce Demetrio!
DEMET RIO
Va’ via! È un ordine, va’ via! Smetti di venirmi appresso!
ELENA
Vuoi tu lasciarmi qui nel buio tetro? O no, Demetrio!
DEMET RIO
Rimani a tuo rischio. Io me ne andrò da solo.
ELENA
Ho perso il fiato in questo folle inseguimento!
Più grande è la preghiera, più piccola è la grazia che ottengo.
Buon per te, Ermia mia, dovunque tu sia,
benedetta per i tuoi occhi maliosi.
E come le divennero tanto luminosi?
Non certo per il sale del suo pianto.
Più spesso i miei ne vengono lavati.
No, no - lo so - son brutta come un orso.
Le bestie fo scappare spaventate.
E dunque non è strano che Demetrio
fugga da me come si fugge un mostro.
Quale specchio crudele e mentitore m’indusse a comparare
gli occhi stellari d’Ermia con i miei?
Ma chi è là? Lisandro steso a terra?
Morto o dormiente? Non scorgo né sangue né ferita.
Lisandro, se vivete, mio buon signore, svegliatevi!
LISANDRO
(si sveglia)
Attraverso il fuoco passerò per il tuo dolce amore,
Elena eterea! Con tal arte ti fece la Natura
ch’io ti posso mirare il cuor nel petto.

