Page 2567 - Shakespeare - Vol. 1
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Che sia lince o gatto od orso,                              (Esce.)
 apro irsuto oppur leopardo,
 ai tuoi occhi, nel destarti,
 grande amore ti parrà.

                Apri gli occhi non appena
                vil creatura s’avvicina!

                              Entrano Lisandro ed Ermia.

LISANDRO

 Amor mio, sei stremata per tanto errar nel bosco.
 E a dirti il vero, ho smarrito la strada.
 Riposiamoci, Ermia, se acconsenti.
 Aspettiamo il conforto dell’alba.

ERMIA

 E sia, Lisandro. Cercati un giaciglio,
 ed io su questa proda poserò la testa.

LISANDRO

 All’uno e all’altra, faccia la stessa zolla da guanciale.
 Un unico cuore, un letto, due petti, e un giuramento.

ERMIA

 No, mio buon Lisandro. Fallo per me, ti prego,
 distenditi più in là. Non così accosto.

LISANDRO

 O mia diletta, intendi a dovere le mie parole innocenti.
 È nel colloquio d’amore che amore il vero senso afferra.
 Volevo dir soltanto che il mio cuore tanto è legato al tuo
 da formare con quello un solo cuore.
 Due petti da un’unica fede incatenati.
 E dunque, non negarmi un posticino al fianco tuo;
 ché giacendomi teco con te non mi giaccio. 40

ERMIA

 Il mio Lisandro a giocar di parole è molto bravo!
 E sia maledetta la mia scortesia, ed il mio orgoglio,
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