Page 2573 - Shakespeare - Vol. 1
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non s’ammazza sul serio. E poi, perché il pubblico si rassicuri, che io,
Piramo, non son Piramo, ma Rocchetto tessitore. Questo toglierà alle dame
la paura di dosso!

     ZEPPA

E va bene. Ci sarà un Prologo. E verrà scritto in versi di otto sillabe e di
sei. 43

     ROCCHET T O

No, meglio due di più. Che sia scritto in versi di otto e di otto.

     BECCUCCIO

E le dame non avranno poi paura del leone?

     AGONIA

Credo proprio di sì.

     ROCCHET T O

Compari, bisogna pensarci bene. Portare - Dio ce ne liberi - un leone fra
le dame è la cosa più tremenda del mondo. In verità non c’è uccellaccio
rapace più spaventoso del vostro leone vivo. E bisognerà andarci piano.

     BECCUCCIO

E allora un altro Prologo dica che non è un leone.

     ROCCHET T O

Anzi, bisognerà che venga detto il nome di chi lo recita. E dal collo del
leone gli si dovrà vedere mezzo viso. E di lì si dovrà parlare più o meno in
questi tendini; 44 “Dame, belle Dame, vorrei che voi”, oppure “vi chiederei”
o “vi scongiurerei, di non aver paura, di non tremare. La mia vita per la
vostra! Credete che io sia venuto qui a far la parte d’un leone vero? In
verità non la passerei liscia. Ma io non sono un leone. Sono un uomo come
tutti gli altri” - e a questo punto chi reciterà quella parte dica il suo vero
nome, e, chiaro e tondo, che è Incastro falegname.

     ZEPPA

E va bene. Faremo così. Ma ci sono altri due intoppi. Il primo è come si farà
a portare la luna in una stanza - perché, vedete, Piramo e Tisbe
s’incontrano al lume di luna.
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