Page 2565 - Shakespeare - Vol. 1
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OBERON
Dammelo, ti prego.
Conosco un ciglio dove il timo selvatico fiorisce,
crescon le margherite e reclinano il capo le viole,
coperto da un padiglione di fin troppo rigoglioso caprifoglio,
con dolci rose muschiate e roselline di macchia.
Colà, fra i fiori, Titania dorme talvolta di notte,
cullata da musiche e danze.
E là si spoglia il serpente della sua pelle variegata,
manto bastante a coprire una Fata.
I suoi occhi bagnerò con questo succo,
e la colmerò di turpi fantasie.
Prendine un po’ anche tu, e cerca dentro al bosco.
Una dolce fanciulla ateniese s’è invaghita
d’un giovane sdegnoso. Bagnagli le palpebre con questo;
ma fai in modo ch’egli al suo risveglio
volga i suoi occhi proprio a quella dama.
Il giovane conoscerai dagli abiti ateniesi.
E fa’ le cose con cura, sì ch’egli poi dimostri
d’essere vago di lei più di quanto, di lui, ella già fosse.
E bada bene, voglio qui riaverti al primo canto del gallo.
DEMONE
Sire, non temete. Farò quel che volete.
Escono.
Scena II EN
Entra Titania, Regina delle Fate, col suo Seguito. 37
T IT ANIA
Suvvia, danziamo in cerchio, e cantiamo una nostra canzone.
Poi, per la terza parte d’un minuto, 38 via di qua -
alcune a uccidere i bruchi nei boccioli
della rosa muschiata; altre
a far guerra ai pipistrelli
per far con la pelle sottile delle ali
corsetti ai miei piccoli elfi; ed altre ancora
a tener lontano il gufo strepitoso
che ulula ogni notte e guarda sbalordito

