Page 2568 - Shakespeare - Vol. 1
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se ho mai inteso dire che Lisandro mentiva!
Ma dolce amico mio, per l’affetto che mi porti e per l’onore,
distenditi più in là, come si conviene alla vera modestia.
Simile distanza, si potrà ben dire,
s’addice ad un giovine dabbene
e ad una fanciulla virtuosa. E buona notte, amico mio.
E che il tuo amore sia a me fedele per tutta la tua dolce vita!
LISANDRO
Amen, amen, per una così amabile orazione.
E finisca pure la mia vita prima che venga meno la mia fedeltà!
Ecco dunque il mio letto. 41 Il sonno ti conceda tutto il suo riposo!
ERMIA Dormono.
Che metà di tanto augurio
discenda sulle ciglia di chi l’ha pronunciato!
Entra il Demone.
DEMONE
Per il bosco ho scorrazzato
e nessun ateniese vi ho trovato
sui cui occhi provare se il fiore
è poi vero che suscita amore.
Notte e pace... ma chi è là?
Son d’Atene i vestimenti!
È ben lui colui che sdegna -
dice il Re - la sua fanciulla.
Ecco là la dama dorme,
sulla terra sporca e mezza.
Poverina non s’azzarda
a giacersi accanto a lui,
lui che tanto ne disprezza
ed affetto e cortesia.
Sui tuoi occhi, a te, villano,
ecco verso il succo arcano.
Quando gli occhi riaprirai
da essi Amor bandisca il sonno.
Ma allor sarò lontano,
ché a Oberòn faccio ritorno.

