Page 2563 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2563

ed io non avrò più la forza di seguirti.

DEMET RIO

 Ti lusingo, io, forse? Ti dico dolci parole?
 O non ti dico piuttosto, con tutta franchezza,
 che non t’amo, né potrò amarti mai?

ELENA

 Ed è appunto per questo ch’io t’amo di più.
 Son come il tuo cagnolino. O mio Demetrio,
 più mi bastoni e più ti faccio le feste.
 Oh, trattami come fossi il tuo spagnolino. 35 Respingimi, battimi,
 trascurami, scacciami! Ma concedimi -
 anche se degna non sono - di venire con te.
 Qual posto peggiore potrei chiederti nel cuore
 (eppur per me di massimo rispetto)
 che d’esser trattata come un cane?

DEMET RIO

 Non suscitare troppo disgusto nel mio petto,
 ché io mi sento male se ti vedo.

ELENA

 Ed io mi sento male se non posso vederti.

DEMET RIO

 Tu comprometti troppo il tuo pudore,
 avendo così lasciato la città
 per metterti in balia di chi non t’ama,
 affidando alle insidie della notte,
 e al mal consiglio di un luogo solitario,
 il tesoro prezioso della tua purezza.

ELENA

 La tua virtù è la mia sicurezza. E allora
 non è notte se ti guardo in volto,
 e perciò non mi par d’andar nel buio,
 e nel bosco non manca compagnia
 perché per me tu sei l’intero mondo.
 E come posso dire d’esser sola
   2558   2559   2560   2561   2562   2563   2564   2565   2566   2567   2568