Page 2558 - Shakespeare - Vol. 1
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raccontar tragiche storie, a volte per sgabello
 mi scambia, e io dal sedere le scappo,
 e lei rotola a terra, e grida
 “Oh povero mio culo!”, 24 e affoga nella tosse.
 E allor gli astanti si tengono i fianchi dalle risa,
 gongolan di gioia, starnutano, e giurano
 di non aver mai trascorso ora più allegra.
 Ma adesso fai largo, ché arriva il mio Re!

FAT A

 Ed ecco qua anche la mia Sovrana. Meglio sarebbe che lui non ci fosse!

Entra Oberon, Re delle Fate, da una porta, col Seguito, e Titania, col suo
                                 Seguito, da un’altra.

OBERON

 Pessimo incontro, al chiar di luna,
 Titania superbiosa.

T IT ANIA

 Cosa, il geloso Oberon? Fate, andiamocene via.
 Di costui ho ripudiato letto e compagnia.

OBERON

 Aspetta, sfrontata impudente. Non sono io il tuo Re?

T IT ANIA

 E allora io sarei la tua sposa. Ma so
 che furtivo te ne andasti dal regno delle Fate
 e, in spoglie di Corinio, 25 passasti un giorno intero
 a zufolar nei calami d’avena 26 e a verseggiar d’amore
 per Fillide amorosa. E com’è che sei di ritorno
 dalle terre più remote dell’India
 se non perché la tua arrogante Amazzone,
 la tua coturnata amante, il tuo amor guerriero,
 va sposa a Teseo, e tu al loro talamo nuziale
 vuoi elargire gioia e prosperità?

OBERON

 Come puoi, tu - vergognati - Titania
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