Page 2367 - Shakespeare - Vol. 1
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Non vi capisco. L’amarezza mi si raddoppia.

BEROWNE

 Parole oneste e semplici san meglio penetrare
 l’orecchio del dolore. Con l’aiuto dei miei segnali
 cercate di capire quel che il Re ha tentato di dirvi.
 Per amore di tutte voi abbiamo negletto il tempo,
 abbiamo barato coi nostri impegni. Le vostre beltà, signore,
 ci hanno sfigurati, torcendo i nostri umori
 al fine contrario delle nostre intenzioni;
 e ciò che in noi v’è parso meritevole di risate -
 l’amore, sapete, è pieno di momenti indecorosi,
 pieno di bizze come un bimbo, saltellante, vanitoso,
 nato dall’occhio e quindi come l’occhio
 pieno d’ombre sbagliate, di vecchie mode,
 e di forme che cangiano di sostanza
 man mano che l’occhio stesso va rotando
 da qui a lì, continuamente, nel balenare;
 quest’abito variopinto dell’amore incontrollato
 indossato da noi, se ai vostri occhi di cielo
 è parso sconveniente ai voti, alla serietà,
 quei vostri rai celesti, che gli errori han scrutato,
 ci hanno tentati a farli. Signore mie, perciò,
 essendo l’amore il vostro, l’errore ch’esso fa
 è pure vostro. Noi riusciamo falsi a noi stessi
 nell’essere falsi una volta, per essere sempre leali
 a chi ci fa ambo le cose - a voi, belle signore.
 E persino la falsità, che in sé è peccato,
 si purifica in questo modo, e diventa una dote.

PRINCIPESSA

 Abbiamo ricevuto le vostre lettere, piene d’amore,
 i doni, ambasciatori del vostro amore,
 e la mente innocente li aveva considerati
 mere galanterie, scherzi piacevoli,
 forme di cortesia e modi di rimpinzare
 ed imbottire il tempo: più di tanto,
 a nostro avviso, non c’era da riputarli.
 Per questo abbiamo accolta la vostra corte
 nel suo spirito stesso, come un divertimento.
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