Page 2370 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2370
Aspetterò con pazienza, ma quel tempo è lungo.
MARIA
Tanto più vi somiglia, allora. Dei ragazzi siete il più lungo.
Parlano a parte.
BEROWNE
Cosa medita la mia bella? Guardami, tesoro.
Guardami gli occhi, le finestre del mio cuore.
Un umile appello aspetta lì che tu gli voglia rispondere.
Imponimi qualche prova per il tuo amore.
ROSALINA
Avevo sentito parlare spesso di voi, Birùn,
già prima di vedervi, e la gran lingua del mondo
vi proclamava persona piena di lazzi e burle,
gonfia di paragoni e di mordenti freddure,
che spargevate su gente d’ogni sorta
caduta alla mercé della vostra salacità.
Per estirparvi quell’assenzio dal cervello ferace,
e con questo per ottenermi, se vi piace,
senza di che non c’è modo di conquistarmi,
per tutto il corso di dodici mesi, giorno per giorno,
visiterete i malati senza voce, parlerete sempre e solo
con gl’infelici che gemono; il vostro compito sarà,
con tutto l’ardore del vostro ingegno,
forzare ad un sorriso gl’inermi sofferenti.
BEROWNE
Ma come, strappare una risata selvaggia
dalla strozza della morte? Non può essere;
è impossibile; non può mai, l’allegria,
far presa sopra un’anima in agonia.
ROSALINA
Sì invece, è l’unico modo di soffocare
lo spirito beffardo; il suo potere nasce
dalla grazia sfrenata con cui la gente
dal riso vuoto gratifica i suoi pagliacci.
Il successo d’una freddura è tutto nell’orecchio

