Page 2372 - Shakespeare - Vol. 1
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DUMAINE
Il nobile cavaliere di Troia.
ARMADO
...ch’io baci il tuo dito regale e prenda congedo. Sonmi votato, ho giurato a
Giachenetta di guidar tre anni l’aratro, per il suo dolce amore. Ma,
stimatissima magnificenza, la vuol sentire il dialogo che due colti Magni
v’han compilato in onore del gufo e del cùculo? Avrebbe dovuto venire in
coda al nostro spettacolo.
RE
Chiamali fuori alla svelta, li staremo a sentire.
ARMADO
Voialtri! Venite fuori!
Entrano tutti quanti.
Da questo lato abbiamo l’inverno, Hiems; da quest’altro la primavera, Ver;
l’uno sostenuto dal gufo, l’altra dal cuccù. Ver, attacca, via.
CANT O
PRIMAVERA
Quando le margheritine screziate,
le viole azzurre, i fiori del cùculo
bianchi e argento, i ranuncoli gialli
di gioia tingono il prato,
allora il cuccù su tutti gli alberi
beffa gli uomini maritati,
ché gli canta così:
“Cucù!
Cucù, cucù!” O suono ingrato,
sgradevole a orecchio sposato!
E quando il pastore sùfola sull’avena, e fà da gaia
sveglia l’allodola all’aratore,
quando fotticchiano tortore, taccole, corvi,
e bimbe candeggiano bluse per la bella
stagione,
allora il cuccù su tutti gli alberi,
beffa gli uomini coniugati,
e gli canta così:

