Page 2351 - Shakespeare - Vol. 1
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PRINCIPESSA

 Dio te ne dia gioia. Questo nobile signore
 manterrà nobilmente la parola.

RE

 Signora mia, che volete dire? Ma per la santa Monna,
 io non ho mai giurato questo a codesta donna.

ROSALINA

 Lo sa il Cielo, l’avete fatto! E per darvene conferma,
 m’avete donato questa. Ma adesso riprendétela.

RE

 Ma è alla Principessa che ho fatto giuro e regalo!
 La riconobbi da quel gioiello appuntato sul braccio.

PRINCIPESSA

 Perdonate, sire, era lei a portare il gioiello.
 Il barone Birùn, che ringrazio, è ora il mio bello.
 Dico a voi! Volete me, o rivolete la vostra perla?

BEROWNE

 Né l’una cosa né l’altra. Rinuncio ad ambo le perle.
 Vedo qual è il trucchetto. Vi eravate accordate,
 del nostro scherzo in anticipo informate,
 per mandarcelo in aria come una recita di Natale.
 Qualche spione sicofante, qualche zanni miserabile,
 qualche bofonchia-chiacchiere, cavaliere del trinciante,
 qualche bischero che fa grinze per ghigni, e sa il suo affare
 nel far ridere la padrona quando che a lei le piace,
 v’ha riferiti in anticipo tutti i nostri intendimenti,
 e una volta scoverti questi, le dame immantinenti
 si sono scambiati i regali, ed allora noialtri
 inseguendo quei segnali, abbiamo corteggiato
 solo i segni d’ognuna di voi. Ed ora, accumulando,
 sopra quello spergiuro un altro errore allucinante,
 siamo, volenti o nolenti, spergiuri di bel nuovo.
 L’è ita così più o meno. (A Boyet) Diciamo che siete stato
 voi a sgonfiarci lo scherzo, per rifarci menzogneri?
 Il piedino di madonna non lo sapete a menadito?
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