Page 2347 - Shakespeare - Vol. 1
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non ci han fatto la grazia d’una parola felice, una sola.
Io non oso chiamarli sciocchi, ma una cosa la devo credere,
che quando costoro han sete, son degli sciocchi a voler bere.

BEROWNE

 Via, sto scherzo con me non attacca. Mia gentile signora,
 è il vostro spirito a stramutare cosa sennata in cosa idiota.
 Se un occhio acuto adocchia l’occhio ardente del cielo,
 la luce si perde per troppa luce. Il vostro ingegno è di tale sorta,
 che a quel pozzo di scienza che vi credete di essere,
 le cose ricche paiono povere, quelle sagge solo scemenze.

ROSALINA

 Ciò vi dimostra ricco e saggio, perché a dire la verità...

BEROWNE

 Io sono solo uno sciocco, e ricco di povertà.

ROSALINA

 Ah, non fosse che vi pigliate solamente ciò che vi tocca,
 sarebbe uno sgarbo rubarmi così le parole di bocca.

BEROWNE

 Oh, son tutto vostro, e vostro tutto ciò che possiedo.

ROSALINA

 Anche la vostra sciocchezza?

BEROWNE

         Non posso darvi di meno.

ROSALINA

 E quale di tante maschere era quella che portavate?

BEROWNE

 Ma dove, ma quali maschere? Perché me lo domandate?

ROSALINA

 È quella dunque: involucro innecessario,
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