Page 2348 - Shakespeare - Vol. 1
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che celava il viso peggiore e mostrava il più simpatico.

RE

 Ci avevano smascherati. Ora ci sfottono sul serio.

DUMAINE

 Confessiamo, signore, voltiamo tutto in ischerzo.

PRINCIPESSA

 Stupefatto, monsignore? Perché è triste sua maestà?

ROSALINA

 Aiuto. Reggetegli il capo! Impallidisce, svenirà!
 Mal di mare, probabilmente, visto che vien dalla Moscovia!

BEROWNE

 Così le stelle fan piovere guai su chi non tiene la parola. 54
                Può mai una faccia di bronzo spingersi più lontano?

 Eccomi, dardeggiate su me a gragnòla!
                Graffiatemi col disprezzo, affossatemi col sarcasmo,

 col vostro spirito acuto trafiggete la mia ignoranza,
                tagliatemi a pezzi con quel brio appuntato,

 ch’io non vorrò mai più invitarvi a danza,
                mai più in abiti russi vo’ servirvi da innamorato.

 Ah mai più vo’ affidarmi a delle ciance scritte a penna,
                né al muoversi della lingua d’un qualunque scolaretto,

 e non verrò più in maschera a trovare la mia bella,
                né le farò la corte in versi, come un arpista cieco.

 Frasi di taffetà, motti pignoleschi e setosi,
                iperboli di tre piani, spiritosaggini affettate,

 metafore da pedanti - codeste mosche d’estate,
                m’han gonfiato co’ semi d’una spocchia verminosa.

 Io le rinnego, e faccio qui promessa
                su questo guanto bianco - com’è bianca la mano

 solo Iddio può saperlo! - d’ora in poi la mia mente
                innamorata sarà sempre espressa

 con dei sì di fustagno, dei no di ruvido panno.
 Per cominciare, ragazza - Dio m’aiuti, lo giuro! -
 il mio amore l’è sano, sans difetto o incrinatura.
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