Page 2344 - Shakespeare - Vol. 1
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quel prologo scritto male, e quella insipida scena,
e perché mai così stolido e rozzo portamento
ci si venisse ad esibire fin nella nostra tenda.

BOY ET

 Ritiratevi dame, presto. Arrivano i nostri prodi.

PRINCIPESSA

 Presto, corriamo alle tende, svelte come caprioli.
                                                Escono la Principessa e le damigelle.

   Entrano il Re, Berowne, Longaville e Dumaine, che hanno smesso i
                                     travestimenti.

RE

 Signor mio bello, Dio vi salvi. Ov’è la Principessa?

BOY ET

 È andata nella sua tenda. Desidera vostra altezza
 che porti qualche messaggio lì a sua grazia?

RE

 Che mi conceda udienza per una sola parola.

BOY ET

 Lo farò; e lei lo farà, non dubitate, signore.

                                                                 Esce.

BEROWNE

 Quel tipo becca le arguzie come piselli i piccioni,
 e poi le risputa quando che Iddio dispone.
 È l’ambulante dei lazzi, e li rivende al minuto
 a veglie, feste e sagre, o alla fiera, al mercato.
 E noi che vendiamo all’ingrosso, Iddio lo sa,
 non abbiamo la grazia di spacciare con tanta grazia.
 Quel galante le ragazze se le appunta sul giustaccuore.
 Al posto d’Adamo avrebbe indotto la sua Eva in tentazione.
 Sa pispigliare, far l’occhio di triglia, è uno dei tipi strani
 che a furia di mandar baci si son logorate le mani.
 È Monsieur Le Récherché, la scimia del come fare,
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