Page 2311 - Shakespeare - Vol. 1
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ad accusar questi vermi, che più di loro sei amante?
 I tuoi occhi non sono cocchi; nelle tue goccioline
 non si rispecchia mica una certa principessina.
 Non vuoi fare lo spergiuro, non è cosa che si rispetti;
 via, soltanto i giullari amano far sonetti!
 Ma non ti vergogni? Anzi, tutti e tre voi bell’ingegni,
 ma non vi vergognate d’aver tanto passato il segno?
 Tu adocchi la sua pagliuzza, il Re la vostra adocchia,
 ma io veggo una trave in ciascuno de’ vostri occhi.
 Ah che scena di folli ho mai dovuto vedere!
 Sospiri, lagne, grida d’aiuto, affliggimenti, pene!
 Oh con che gran pazienza sono stato
 a vedere che in zanzara un Re s’è straformato!
 Ercole magno che frusta la trottolina,
 Salomone il gran saggio che t’intona una canzoncina,
 Nestore che giocherella coi mocciosi alle noccioline,
 e il censorio Timone che ride a battute cretine!
 Dov’è la tua bua, dimmelo Dumenino, dov’è?
 E piccolo Longaville, dov’è che duole, dov’è?
 Dov’è la bua del mio sovrano? Dovunque, in tutto il petto.
 Portate un poncino caldo!

RE

                Birùn, troppo amaro è il tuo scherzo.
 Allora tu ci hai traditi facendoci la spia?

BEROWNE

 Non voi traditi da me, tradito da voi son io.
 Io che son omo onesto, io che reputo un peccato
 rompere un giuramento in cui mi sono impegnato,
 io mi sento tradito già nel fare comunanza
 con persone come voi, uomini d’incostanza.
 Quando mai mi troverete a scrivere un rigo in verso?
 O a gemere per una Gianna? O a sprecare un minuto di tempo
 a fare il pavone? Quando mai mi sentirete lodare
 mano o piede, sguardo o faccia, o modo di camminare,
 o gesto, o fronte, o seno, o un vitino o una gambetta
 o che so io...

RE

                Piano! Dove vai così di fretta?
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