Page 2301 - Shakespeare - Vol. 1
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INT RONAT O
Se sto talento vuol dire tallone, sto suo talento non merita altro che un bel
colpo di tallone.
OLOFERNE
Questo mio è un dono di natura che ho, semplice semplice; è un folle
spirito stravagante, pieno di forme, figure, profili, oggetti, idee,
apprensioni, mozioni e revoluzioni. Codesti son generati nel ventricolo della
memoria, nutriti nel grembo della pia mater, e sbrodolati al maturarsi dei
tempi. Ma il dono funziona solo in quei che han l’ingegno affusolato, ed io
ne dico mercé.
DON NATALINO
Messere mio, io ci dico mercé al Sommo Fattore che ci ha donato
vossignoria, e similmente dorebbono fare i miei parrocchiani, dacché da
vossia i lor figlioli sono bene istruiti, e le figliole si fanno pregne di scienza
sotto di voi. Siete davvero un ottimo membro della comunità.
OLOFERNE
Mehercle! Se i loro figlioli han dell’ingegno, non gli mancherà nutrimento. E
se le figliole ci sanno fare, potete contarci che glielo saprò inculcare. Ma vir
sapit qui pauca loquitur. Un’anima femminina viene a trovarci.
Entrano Giachenetta con una lettera, e Melacotta.
GIACHENET T A
Dio vi dia il buondì, messere il curato.
OLOFERNE
Messere il curato fa rima con penetrato, e se qualcheduno andrebbe
penetrato qua chi sarebbe?
MELACOT T A
Per le Maremme, sor maestro di scuola, quello che più assomiglia a un
barilotto.
OLOFERNE
Penetrare un barilotto! Buona scintilla d’arguzia in una zolla di fango,
degna di far da acciarino, e vera perla da porci. Mi compiaccio, l’è buona
davvero.

