Page 2096 - Shakespeare - Vol. 1
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e, intrattenendolo a un banchetto,
 inventerò sul momento un piano astuto 269
 per disperdere e allontanare gli storditi Goti
 o, almeno, per farli suoi nemici.
 Eccolo che viene, devo sviluppare il mio piano.

                                         Entra Tito.

TITO

 Da tempo me ne sto derelitto, e tutto per te.
 Benvenuta, Furia tremenda, nella mia casa sventurata.
 Stupro e Assassinio, benvenuti anche voi.
 Come somigliate all’imperatrice e ai suoi figli!
 Sareste proprio uguali, se solo aveste con voi un Moro;
 l’intero inferno non v’ha saputo fornire un tale diavolo?
 Perché io so bene che l’imperatrice non si muove 270 mai
 se in sua compagnia non c’è un Moro.
 E se tu vuoi rappresentare bene la nostra regina,
 sarebbe opportuno che avessi con te un tale diavolo.
 Ma benvenuti come siete. Che vogliamo fare?

T AMORA

 Che vuoi tu che facciamo, Andronico?

DEMET RIO

 Mostrami un assassino, a lui ci penso io.

CHIRONE

 Mostrami una canaglia che ha commesso stupro,
 ed io son qui per far vendetta su di lui.

T AMORA

 Mostrami mille persone che t’hanno fatto torto,
 e io mi vendicherò su tutte.

TITO

 Guardati attorno per le malvagie strade di Roma,
 e quando trovi un uomo uguale a te,
 buon Assassinio, pugnalalo: è un assassino.
 Tu vai con lui; e quando ti capita
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