Page 2092 - Shakespeare - Vol. 1
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quando questi avevano quasi dimenticato il loro dolore,
e sulla loro pelle, come su una corteccia d’albero,
ho inciso col mio pugnale, a lettere romane,
«Non muoia il vostro dolore, anche se io son morto». 261
Ma io ho fatto mille cose orrende,
con la disinvoltura di chi uccide una mosca,
e niente in verità mi affligge il cuore,
se non di non poterne fare diecimila ancora.
LUCIO
Portate giù il diavolo, non deve morire
di una morte così dolce come un’immediata impiccagione.
AARON
Se ci sono i diavoli, vorrei essere un diavolo,
per vivere e bruciare in un fuoco eterno,
pur di avere la tua compagnia all’inferno
e tormentarti con la mia lingua amara!
LUCIO
Signori, tappategli la bocca, che non parli più.
Entra Emilio.
GOT O
Mio signore, c’è un messaggero da Roma
che desidera essere ammesso alla vostra presenza.
LUCIO
Che venga avanti.
Benvenuto, Emilio: che notizie da Roma?
EMILIO
Nobile Lucio, e voi principi goti,
l’imperatore romano vi manda per me il suo saluto;
e, poiché ha saputo che siete scesi in armi,
chiede parlamento nella casa di vostro padre,
pronto a consegnarvi immediatamente
gli ostaggi che avrete richiesto.