Page 2074 - Shakespeare - Vol. 1
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AARON

 Canaglia, io mi son fatta tua madre.

DEMET RIO

 E così, cane infernale, l’hai disfatta.
 Malasorte a lei e dannata la sua schifosa scelta!
 Maledetto il rampollo di un così lurido demonio!

CHIRONE

 Non vivrà.

AARON

 Non morrà.

NUT RICE

 Deve, Aaron; la madre vuole così.

AARON

 Deve, nutrice? 193 allora nessun altro che io
 giustizierà la mia carne e il mio sangue.

DEMET RIO

 Infilzerò il ranocchio sulla punta del mio ferro:
 nutrice, dallo a me; la mia spada lo spaccerà in un istante.

AARON

 Prima, questa spada ti arerà le budella.
 Fermi, delinquenti assassini! Volete uccidere vostro fratello?
 Ora, per le ardenti fiaccole del cielo
 che brillavano così chiare quando fu generato questo ragazzo,
 muore sulla punta aguzza della mia scimitarra
 chi tocca questo mio primogenito ed erede.
 Io vi dico, giovincelli, che né Encelado 194
 con tutta la minacciosa banda della stirpe di Tifone,
 né il grande Alcide, né il dio della guerra
 strapperanno questa preda dalle mani di suo padre.
 Via, via, ragazzini rubicondi 195 dal cuore vuoto!
 Muri imbiancati! insegne da bettola mal dipinte! 196
 Il nero carbone è meglio degli altri colori,
 perché sdegna di contenere un altro colore,
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