Page 2069 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2069
e se lo culla giocando sulla schiena; 180
e quando lui dorme fa quel che le piace.
Sei un giovane cacciatore, Marco, lascia stare.
E ora vado a prendere una lastra di rame
e con una punta di acciaio ci scriverò queste parole,
e la conserverò. L’irosa tramontana
soffierà via queste sabbie come foglie di Sibilla, 181
e che ne sarà allora della nostra lezione? Che ne dici, ragazzo?
RAGAZZO
Dico, mio signore, che se fossi un uomo,
la camera da letto della loro madre non sarebbe sicura
per questi vili schiavi del giogo di Roma.
MARCO
Bene, questo è il mio ragazzo! tante volte tuo padre
ha fatto così per la sua patria ingrata.
RAGAZZO
E così farò io, zio, se vivo.
TITO
Su, vieni con me nella mia armeria.
Ti equipaggerò io, Lucio; e inoltre il mio ragazzo
porterà da parte mia ai figli dell’imperatrice
dei regali che intendo mandare a entrambi.
Vieni, vieni; porterai il mio messaggio, vero?
RAGAZZO
Sì, piantandogli in petto il pugnale, nonno.
TITO
No, ragazzo, non così: t’insegnerò un’altra strada.
Lavinia, vieni. Marco, bada alla mia casa;
Lucio ed io andiamo a dar spettacolo 182 a corte;
certo, signore, lo faremo; e ci staranno a sentire.
Escono.
MARCO
O cieli, potete udire i lamenti di un uomo buono