Page 2057 - Shakespeare - Vol. 1
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Allora vado a cercare un’ascia.
MARCO
Ma io userò l’ascia.
Escono.
TITO
Vieni qui, Aaron; li ingannerò entrambi: 135
prestami la tua mano e io ti darò la mia.
AARON
Se questo si chiama inganno, io sarò onesto,
perché mai, finché vivo, ingannerò nessuno a questo modo.
Ma ingannerò te in altro modo,
e te ne accorgerai prima che passi mezz’ora.
Taglia la mano di Tito. 136
Rientrano Lucio e Marco.
TITO
Ora chiudete la vostra disputa: quel che era da fare è fatto.
Buon Aaron, da’ la mia mano a Sua Maestà:
digli che fu una mano che lo difese
da mille pericoli; pregalo di seppellirla;
meritava di più; abbia questo almeno.
Quanto ai miei figli, di’ che li ritengo
gioielli acquistati a piccolo prezzo;
alto, però, perché ho comprato il mio. 137
AARON
Vado, Andronico; e per la tua mano
vedrai che fra poco riavrai con te i tuoi figli.
[A parte] Le loro teste, intendo. Oh, come m’ingrassa
questa malvagità al solo pensarci! 138
Gli stupidi facciano il bene e i giusti chiedano grazia,
Aaron avrà l’anima nera come la sua faccia.
Esce.
TITO
Oh, qui io levo quest’unica mano al cielo