Page 2054 - Shakespeare - Vol. 1
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mi avrebbe fatto impazzire: che farò adesso
che vedo così il tuo corpo vivo?
Tu non hai mani per asciugarti le lacrime,
né lingua per dirmi chi ti ha martoriata.
Tuo marito è morto, e per la sua morte
i tuoi fratelli sono condannati, e morti ormai. 133
Guardala, Marco! ah, figlio Lucio, guardala!
Quando ho nominato i suoi fratelli, lacrime fresche
sono apparse sulle sue guance, come la dolce rugiada
su un giglio strappato e quasi appassito.
MARCO
Forse piange perché essi hanno ucciso suo marito;
forse perché li sa innocenti.
TITO
Se essi hanno ucciso tuo marito, allora sta’ allegra,
perché la legge ha fatto vendetta su di loro.
No, no, non avrebbero compiuto un atto così infame:
ne è prova il dolore che mostra la loro sorella.
Lavinia gentile, lascia che ti baci le labbra,
o mostrami con qualche segno come ti possa consolare.
Dobbiamo il tuo buon zio, e tuo fratello Lucio,
e tu, ed io, sederci intorno a una fontana,
guardando tutti in basso, a vedere come
le nostre guance sono sfigurate, prati non ancora asciutti
del melmoso limo lasciatovi da un’inondazione?
E nella fontana così a lungo terremo lo sguardo
che la limpida acqua perderà il suo fresco sapore
e diverrà, con le nostre amare lacrime, una pozza salata?
O dobbiamo mozzarci le mani, come te?
O dobbiamo tagliarci a morsi la lingua e passare
il resto dei nostri odiosi giorni in pantomime?
Cosa dobbiamo fare? noi, che abbiamo la lingua,
tramiamo qualche piano di più grande sventura,
che di noi si stupiscano nei tempi futuri.
LUCIO
Dolce padre, non più lacrime, ché al tuo dolore
guarda come singhiozza e piange la mia infelice sorella.