Page 2050 - Shakespeare - Vol. 1
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ATTO III EN
Scena I EN
Entrano i giudici e i senatori con i due figli di Tito legati; sfilano sul
palcoscenico fino al luogo dell’esecuzione, mentre Tito li precede
implorandoli.
TITO
Ascoltatemi, austeri padri! nobili tribuni, fermatevi!
Per pietà della mia età, la cui giovinezza fu spesa
in pericolose guerre, mentre voi dormivate al sicuro;
per tutto il mio sangue versato nella grande contesa di Roma,
per tutte le gelide notti in cui ho vegliato,
e per queste lacrime amare, che ora vedete
colmarmi sulle guance le vecchie rughe,
siate pietosi con i miei figli condannati,
le cui anime non sono corrotte come si pensa.
Per ventidue figli io mai ho pianto,
perché morirono nell’alto letto dell’onore;
Andronico si getta per terra e i giudici gli passano accanto.
per questi, tribuni, nella polvere io scrivo
la profonda angoscia del mio cuore e le lacrime tristi del mio animo.
Sazino le mie lacrime l’arido appetito della terra;
il dolce sangue dei miei figli la farebbe vergognare e arrossire.
O terra 126 , ti assisterò più io con la pioggia,
Escono.
che stillerà da queste due antiche rovine, 127
che non il giovane aprile con tutti i suoi rovesci:
nella siccità dell’estate ti darò ancora pioggia,
e nell’inverno scioglierò la neve con lacrime calde
e manterrò sul tuo volto un’eterna primavera,
purché tu rifiuti di bere il sangue dei miei cari figli.