Page 2051 - Shakespeare - Vol. 1
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Entra Lucio con la spada sguainata.

 O venerabili tribuni! O vecchi gentili!
 Slegate i miei figli, revocate la condanna a morte,
 e lasciate ch’io dica, io che non ho mai prima pianto,
 che le mie lacrime sono oratori persuasivi.

LUCIO

 O nobile padre, ti lamenti invano:
 i tribuni non ti sentono, non c’è nessuno,
 e tu racconti i tuoi dolori ad una pietra.

TITO

 Ah Lucio, per i tuoi fratelli lasciami implorare:
 austeri tribuni, ancora una volta io vi supplico...

LUCIO

 Mio amato signore, nessun tribuno è qui a sentirti parlare.

TITO

 Non importa, ragazzo: se mi sentissero
 non mi presterebbero attenzione, e se lo facessero
 non avrebbero pietà di me, e tuttavia
 devo implorare, anche se inutilmente.
 Perciò racconto i miei dolori alle pietre,
 che, se non possono rispondere alla mia pena,
 pure sono in qualche modo meglio dei tribuni,
 perché non interrompono la mia storia.
 Quando piango, ai miei piedi esse ricevono
 le mie lacrime umilmente e sembrano piangere con me;
 se solo fossero abbigliate di vesti austere,
 Roma non disporrebbe di tribuni a loro pari.
 Una pietra è tenera come cera, i tribuni più duri delle pietre;
 Una pietra è silenziosa, e non offende,
 i tribuni con le loro lingue mandano uomini a morte.
 Ma perché te ne stai con la tua arma sguainata?

LUCIO

 Per salvare dalla morte i miei due fratelli;
 e per averlo tentato, i giudici hanno pronunciato
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