Page 2047 - Shakespeare - Vol. 1
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T AMORA

 Andronico stesso l’ha raccolta.

TITO

 L’ho fatto, mio signore, ma lasciate che io sia loro garante,
 perché giuro, sulla venerata tomba dei miei padri,
 che saranno pronti, al volere di Vostra Maestà,
 a rispondere di questo sospetto con la vita.

SAT URNINO

 Tu non sarai loro garante; guarda, invece, di seguirmi.
 Qualcuno porti il corpo assassinato, altri gli assassini:
 che non dicano una parola; la colpa è chiara;
 per l’anima mia, ci fosse una fine peggiore della morte,
 quella fine su di essi dovrebbe essere eseguita.

T AMORA

 Andronico, supplicherò il re,
 non temere per i tuoi figli, andrà tutto bene.

TITO

 Vieni, Lucio, vieni; non fermarti a parlare con loro.

                                                                Escono.

                                Scena IV EN

  Entrano i figli dell’imperatrice con Lavinia, le mani mozzate, la lingua
                                tagliata, e violentata.

DEMET RIO

 E ora va’ a dire, se la tua lingua può parlare,
 chi è stato a tagliarti la lingua e a violentarti.

CHIRONE

 Scrivi cos’hai in mente e svela così il tuo pensiero,
 se i tuoi moncherini ti consentono di fare la scrivana. 120

DEMET RIO

 Guarda come scarabocchia segni e segnali.
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