Page 2044 - Shakespeare - Vol. 1
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MARZIO
Il nobile Bassiano giace morto 114 nel suo sangue,
un mucchio di carne come un agnello macellato,
in questo odioso, oscuro abisso, che beve sangue.
QUINT O
Se è oscuro, come sai che è lui?
MARZIO
Al dito insanguinato egli porta
un prezioso anello che illumina tutta questa buca
e, come un cero dentro un sepolcro,
splende sulle guance terrose del morto
e rivela le frastagliate viscere di questa fossa:
così pallida splendeva la luna su Piramo,
la notte che giacque bagnato di sangue di vergine. 115
Oh fratello, aiutami con la tua mano snervata -
se la paura ti fa mancare come me -
e tirami fuori da questo crudele ricettacolo divoratore,
odioso come la bocca brumosa di Cocito. 116
QUINT O
Allungami la mano, che possa tirarti fuori,
o, se mi manca la forza di farti questo bene,
sia anch’io strappato dentro il famelico ventre
di questo profondo abisso, tomba del povero Bassiano.
Non ho la forza di tirarti fino al bordo.
MARZIO
Né io ho la forza di arrampicarmi senza il tuo aiuto.
QUINT O Cade dentro.
La tua mano ancora una volta; non ti lascerò
finché tu non sarai qui sopra, o io sotto.
Non puoi venire a me: vengo io a te.
Entrano l’Imperatore e Aaron il Moro.
SAT URNINO