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Il tuo consiglio, giovanotto, non puzza di vigliaccheria.
DEMET RIO
Sit fas aut nefas, 81 finché non trovo il fiume
che mi raffreddi questa caldana, una magia che mi calmi queste fitte,
Per Stygia, per manes vehor. 82
Escono.
Scena II EN
Entrano Tito Andronico e i suoi tre figli, facendo chiasso con cani e corni,
e Marco.
TITO
La caccia è aperta, il mattino è terso e ancora grigio,
i campi sono fragranti e i boschi sono verdi. 83
Slegateli qui, che facciano una canea
da destare l’imperatore e l’amabile sua sposa,
e svegliare il principe; e suoniamo il corno,
che tutta la corte possa echeggiarne il suono.
Figli, sia vostra cura, come è nostra,
scortare la persona dell’imperatore.
Ho avuto sonni agitati questa notte,
ma l’albeggiar del giorno m’ha ispirato nuovo conforto.
Qui abbaiano i cani e i corni suonano insieme, poi entrano Saturnino,
Tamora, Bassiano, Lavinia, Chirone, Demetrio e il loro seguito.
Molti giorni felici alla Vostra Maestà;
a voi, signora, altrettanti e ugualmente felici:
avevo promesso a Vostra Grazia il suono del corno.
SAT URNINO
E l’avete suonato vigorosamente, miei signori,
e un po’ troppo presto per signore appena sposate.
BASSIANO
Lavinia, che ne dici?
LAVINIA