Page 2029 - Shakespeare - Vol. 1
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ATTO II EN

                                 Scena I EN

AARON

 Ora 56 sale Tamora alla cima dell’Olimpo,
 immune dai colpi della fortuna, e in alto siede,
 sicura dallo schianto del tuono e dal lampo del fulmine,
 elevata oltre la minaccia della pallida invidia.
 Come quando il sole d’oro saluta il mattino
 e, indorato l’oceano coi suoi raggi,
 galoppa per lo zodiaco nel suo brillante carro,
 e sovrasta con lo sguardo i colli più alti in vedetta;
 così Tamora.
 Al suo ingegno il terrestre onore si fa servo
 e la virtù s’inchina e trema al suo cipiglio.
 Dunque, Aaron, arma il tuo cuore e acconcia i tuoi pensieri
 per montare in alto con la tua imperiale signora,
 montare all’eccelsa quota 57 di colei che a lungo in trionfo
 tu hai tenuto prigioniera, avvinta in amorose catene,
 e più saldamente stretta agli occhi incantatori di Aaron
 di quanto Prometeo al Caucaso sia legato. 58
 Via le vesti da schiavo e i pensieri servili!
 Voglio risplendere e brillare di perle e d’oro 59
 per servire questa appena nominata imperatrice.
 Servire, ho detto? folleggiare con questa regina,
 questa dea, questa Semiramide, 60 questa ninfa,
 questa sirena, che incanterà il Saturnino di Roma
 e ne vedrà il naufragio, e del suo stato.
 Olà, che tempesta è questa?

                       Entrano Chirone e Demetrio litigando.

DEMET RIO

 Chirone, ai tuoi anni manca il senno, 61 al tuo senno il filo
 e le maniere, per intrometterti là dove io son favorito
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