Page 1814 - Shakespeare - Vol. 1
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SVELT O
Lanciotto! Sull’onor mio, benvenuto a Milano. 30
LANCIOT T O
Non spergiurare, bel giovane, ché benvenuto non sono. Son convinto da
sempre che un uomo non può dirsi finito finché non lo impiccano, né mai
benvenuto prima di aver saldato il conto: soltanto allora ha il benvenuto
dell’ostessa.
SVELT O
Andiamo, zuzzurellone: difilato all’osteria. Là, per un conto di cinque soldi,
di benvenuti ne avrai cinquemila. Ma di’, compare, com’è che il tuo padrone
s’è separato da Madonna Giulia?
LANCIOT T O
Be’, le gran promesse le han scambiate sul serio, e gli addii per celia.
SVELT O
Ma lei lo sposerà?
LANCIOT T O
No.
SVELT O
E allora? Sarà lui a sposare lei?
LANCIOT T O
Nemmeno.
SVELT O
Perché? Si son guastati?
LANCIOT T O
Macché: son tutti e due sani come pesci.
SVELT O
E allora, cos’è questo va e vieni? 31
LANCIOT T O