Page 1813 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1813

PROT EO

 Va’ avanti tu, che presto ti raggiungo.
 Devo correre al molo, a scaricare
 quel tanto di corredo che mi occorre,
 per poi venire subito da te.

VALENT INO

 Saprai sbrigarti?

PROT EO

 Ma certo.
                                                                           Esce [Valentino].

 Come la fiamma espelle un’altra fiamma
 o un chiodo scaccia a forza un altro chiodo, 28
 così del primo amor la rimembranza
 da nuovo oggetto è affatto obliterata.
 Son gli occhi miei o le lodi di Valentino,
 la nobile perfezione di lei o la mia ignobile defezione,
 che, sragionando, mi portano a ragionare così?
 Costei è assai bella: altrettanto è la Giulia che amo -
 o meglio, amavo. Ché ora l’amore mio si sta liquefacendo
 e, come immagine di cera accanto al fuoco,
 non reca più l’impronta ch’era sua.
 Temo che la mia devozione a Valentino si stia freddando,
 che più non mi sia caro come un tempo.
 Ah, io l’amo, la sua bella, ed anche troppo:
 per questo amo lui, ora, tanto poco.
 Lei amerò follemente, e con ragione,
 se ora senza ragione ho preso ad amarla!
 Sinora non ne ho visto che un ritratto, 29
 che di ragione il lume mi ha sottratto;
 ma quando le sue grazie avrò adocchiato
 non c’è ragion ch’io non ne sia accecato.
 Se all’incostanza mi dovrò piegare
 ogni mia arte a lei vo’ dedicare.

                                                                                           Esce.

                                Scena V EN

                              Entrano Svelto e Lanciotto.
   1808   1809   1810   1811   1812   1813   1814   1815   1816   1817   1818