Page 1810 - Shakespeare - Vol. 1
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[Escono Silvia, Turione, Svelto e il Servo]
VALENT INO
E ora dimmi, come stanno i nostri amici di laggiù?
PROT EO
I tuoi stan bene, e t’inviano i loro omaggi.
VALENT INO
E i tuoi?
PROT EO
Li ho lasciati tutti in buona salute.
VALENT INO
Come sta la tua bella, e come va il vostro amore?
PROT EO
Le mie storie d’amore un tempo le avevi a noia.
Lo so che i discorsi d’amore non ti vanno a genio.
VALENT INO
È vero, Proteo; ma ora la mia vita è cambiata:
ora pago lo scotto del mio dispregio per l’Amore,
i cui alti e imperiosi richiami mi hanno punito
con amari digiuni, gemiti di penitenza,
lacrime notturne e diuturni, strazianti sospiri.
Ché a far vendetta della mia indifferenza all’amore,
Amore ha scacciato il sonno dai miei occhi asserviti,
e li costringe a vegliare sulle pene di questo mio cuore.
Oh, gentil Proteo, Amore è un tiranno possente,
e m’ha così umiliato da farmi confessare
che non esiste dolore più grande d’un suo castigo,
né al mondo gioia più grande dello starlo a servire.
Ora, nessun discorso che d’amor non sia;
ora ci faccio colazione, pranzo e cena, e pur ci dormo,
col nome nudo e crudo dell’Amore.
PROT EO
Basta così: ti leggo la tua sorte negli occhi.