Page 1752 - Shakespeare - Vol. 1
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rivelatore della lettera di Proteo - la decisione del travestimento); ma mai
vien meno il coraggio morale, e quello delle proprie azioni. È lei a fare la
prima mossa con Proteo (lo scambio degli anelli), a superare imbarazzo
iniziale e sensi di colpa nel travestirsi da uomo («peccato è assai minore,
agli occhi del pudore / mutar di donna l’abito che non dell’uomo il cuore»).
Il suo rifiuto di recidersi le chiome, pur se in panni maschili, le dona un
tocco di grazia e raffinatezza:

No, mia cara: le intreccerò con fili di seta,
con tanti eccentrici nodi d’amore.

                                                       (II, vii, 45-46)

L’émpito lirico con cui s’imbarca nella sua odissea, la dignità con cui
sostiene l’ingrato ruolo di messaggera d’amore nel perverso triangolo della
passione non corrisposta fan presagire il grande, delicato personaggio di
Viola nella Dodicesima notte:

Ella sogna di un uomo dimentico del suo amore,
voi vi struggete per una donna che spregia il vostro.

                                                       (IV, iv, 78-79)

Quella sua voce tenera, dolente e sommessa attraversa l’intero corso
dell’assurda vicenda riaffermando, con l’esigenza di giustizia, il primato di
autenticità, veracità, gentilezza d’animo. Giulia è la prima di una eletta
schiera di eroine costrette a immeritato soffrire dall’insipienza dei loro
uomini (amanti, padri, fratelli); e capaci infine di ricondurre alla ragione (e
all’ovile) il maschio egoista, fallibile, insicuro: ché se c’è qualcosa che la
commedia di Shakespeare continuamente riafferma è l’essenziale fragilità
mascolina, di contro alla costanza, la forza d’animo e l’intelligenza della
donna.
L’elemento esplicitamente comico del dramma è affidato ai due servi
Svelto e Lanciotto. Essi appartengono, si direbbe, a due distinte specie
zoologiche; eppure riescono a dialogare, sia pure a base di facezie il cui
bersaglio è Lanciotto. Si è pensato che questo personaggio (Launce, nel
testo) sia stato immesso nella trama in una fase successiva, forse per
merito di William Kempe, bravissimo clown nella compagnia di
Shakespeare: immettendo così nel contesto italianato della commedia una
corrente di humour popolaresco inglese. Svelto (Speed) appartiene invece
a una specie in via di estinzione. Il paggetto disinibito, saccente, faceto,
ornamento delle commedie sofisticate del Lyly, veicolo di una vis comica
esclusivamente fondata sull’artificio verbale, non ha futuro in un teatro
sempre più aperto al pubblico popolare. Shakespeare ce ne offrirà un
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