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del nuovo venuto. Ma sarebbe troppo postulare un desiderio inconscio, in
Valentino, che questo avvenga? Un desiderio che riaffiora di prepotenza nel
contestato finale?
Veniamo a Proteo. Il nome gli viene dal personaggio del mito: strano
essere anfibio che sa predire il futuro, e per eludere i cacciatori di oracoli
assume di punto in bianco le identità più diverse. Le metamorfosi del
nostro Proteo son subitanee ma assai più modeste: cambiamenti d’idee,
atti impulsivi, mediocri voltafaccia. Né lo diremmo depositario di inquietanti
verità. È incostante e mutevole perché anche lui molto giovane, perché la
sua personalità non ha un centro. La sua natura si rivela sin dalla prima
scena. Egli sa che Valentino ha ragione, ma non ha la forza di agire di
conseguenza, e se la prende con la fanciulla di cui è infatuato: «Tu, Giulia,
mi hai metamorfosato / mi hai fatto trascurare gli studi, perdere il mio
tempo...». Immaturità è anche un dare la colpa agli altri. Un’intima
insicurezza traspare anche nella bugia detta al padre, cui non ha il coraggio
di confessare il legame con Giulia, e poi nel distico che conchiude la scena:
Ci siamo! In fondo, il cuor dice, “Ci sto!”,
eppur risponde mille volte, “No”.
(I, iii, 90-91)
Non sapendo scegliere tra Giulia e la corte, decide il padre per lui. Quando
più tardi sarà diviso fra le due donne, decideranno per lui la pertinacia e
fedeltà di Giulia. Incerto nell’azione, lo è altrettanto nelle opinioni. L’addio
a Giulia (che piange in silenzio) esemplifica questa sua qualità oscillatoria:
Ma sì: la fedeltà d’amor tacer si vuole.
Nobili azioni esige, e non parole.
(II, ii, 17-18)
Il che non gl’impedisce di dimostrarsi loquace quanto infedele. «È costei
l’idolo che così tu adori?» - chiede a Valentino: salvo poi a far atto di
idolatria nel chiedere a Silvia il dono di un ritratto. Sa che la sua è una
«ignobile defezione» nell’atto stesso di consumarla. «Conosco il meglio ed
al peggior m’appiglio» potrebbe essere il suo motto.
Proteo non è il villain delle regie ottocentesche, vivente negazione
dell’onore, ma un adolescente contraddittorio e ondivago, incapace di
andare oltre le apparenze. All’amico che parte dice:
Pensa al tuo Proteo, se mai ti accadrà di vedere
cose rare e inconsuete nel corso dei tuoi viaggi.
(I, i, 12-13)