Page 1573 - Shakespeare - Vol. 1
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mi ha mandato a chiamarvi la padrona;
 se torno senza di voi ci sarò io
 in mezzo ai guai, e sarà la mia zucca
 a pagare per voi. Ma su, fidatevi
 dell’orologio che è nel vostro stomaco!
 Fosse simile al mio, sareste corso
 subito a casa e senza messaggeri.

ANTIFOLO S.

 Su, Dromio, ora lo scherzo è fuori luogo.
 Riservalo a un momento più appropriato.
 Voglio sapere dove hai messo l’oro.

DROMIO E.

 A me, signore? Non ne avete dato.

ANTIFOLO S.

 Basta, furfante, con queste sciocchezze.
 Di’ piuttosto che hai fatto dei miei ordini.

DROMIO E.

 Era uno il mio ordine: andarvi a prendere
 al mercato e portarvi a casa vostra,
 alla Fenice, signore, per il pranzo,
 lì vi aspettano la padrona e sua sorella.

ANTIFOLO S.

 Com’è vero che sono uomo di fede 10
 dimmi ora dove hai messo quel denaro.
 Se non rispondi, ti rompo quel muso
 che insiste negli scherzi oltre ogni limite.
 T’ho dato mille piotte: 11 dove sono?

DROMIO E.

 Oh, di piotte da voi ne ho avute tante
 sulla testa, e le altre la padrona
 me le ha suonate sulla schiena; ma fra tutte
 a mille non si arriva. E se dovessi
 restituirle a vostra signoria,
 non ne sareste tanto soddisfatto.
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