Page 1572 - Shakespeare - Vol. 1
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riuscirò solo a perdere me stesso.
                                 Entra Dromio di Efeso.

 Ma ecco un almanacco, che registra
 la mia data di nascita. Che cosa
 succede? Perché hai fatto così presto?

DROMIO E.

 Presto? 7 Direi piuttosto troppo tardi.
 Il cappone si brucia, la porchetta
 cade giù dallo spiedo, l’orologio
 ha battuto dodici colpi, e un tredicesimo
 me l’ha affibbiato in faccia la padrona;
 lei si è scaldata perché il pranzo è freddo,
 la carne è fredda ché non siete a casa,
 non siete a casa non avendo fame,
 se non l’avete è perché avete rotto
 il digiuno: così noi, che ben sappiamo
 quand’è ora di digiunare e di pregare,
 per colpa vostra siamo in penitenza.

ANTIFOLO S.

 Ma basta, smetti questa filastrocca.
 Dove hai messo il denaro che ti ho dato?

DROMIO E.

 Ah, voi volete dire i sei centesimi
 dell’altro venerdì, 8 per il sellaio
 che li doveva aver per la groppiera 9
 della padrona? Certo, glieli ho dati,
 non li ho tenuti io.

ANTIFOLO S.

                Basta scherzare.
 Non sono in vena. I soldi dove sono?
 Siamo stranieri qui: come hai osato
 lasciare in giro una somma del genere?

DROMIO E.

 Signore, questi scherzi riservateli
 per la tavola. Senza por tempo in mezzo
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