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una sorta di infallibile “macchina teatrale” - nasconda forse per sempre un
subtext difficilmente rappresentabile, la posta di un gioco quasi impossibile
a vincersi.
Testo, data e fonti
Il titolo di The Comedy of Errors figura iscritto allo Stationer’s Register nel
novembre del 1623, e il testo appare soltanto, postumo, nell’edizione
complessiva in-folio dello stesso anno, al quinto posto dopo The Tempest ,
The Two Gentlemen of Verona , The Merry Wives of Windsor e Measure for
Measure. Lievi errori (o meglio oscillazioni nei nomi dei personaggi)
vengono più che altro considerati distrazioni “d’autore”, né gode più credito
la teoria, avanzata a suo tempo da Greg (1955), che il testo sia stato
fornito da una mano estranea, o addirittura da due (Dover Wilson, 1922),
come aveva fatto pensare l’evidente duplicazione di una didascalia nella
quarta scena del quarto atto (v. 144). Nell’introduzione all’edizione Arden
(1962, rist. 1991) R.A. Foakes osserva, rifacendosi anche all’autorità di E.K.
Chambers, che non è necessario pensare a un suggeritore o a scrivani di
professione per spiegare le particolarità del testo: queste «si spiegano
benissimo con la scarsa attenzione dell’autore ai dettagli irrilevanti, la
divisione in atti effettuata da uno stampatore, e i dubbi dei compositori
chiamati a risolvere alcuni problemi alla bell’e meglio» (p. XVI).
Per quanto riguarda i problemi di datazione, tutto quel di cui in pratica
disponiamo, come accennato nella presentazione, è il terminus ad quem
del 28 dicembre 1594, la recita al Gray’s Inn. Alcuni riferimenti burleschi
(III, ii, 108 sgg) alla guerra civile in Francia (conclusasi l’anno precedente
con la vittoria di Enrico di Navarra e la sua ascesa al trono) hanno fatto
pensare a una data anteriore; sempre nella stessa scena, le battute sui
tesori dell’America e delle Indie saccheggiati con «intere flotte di galeoni»
(III, ii, 135: si tratta fra l’altro dell’unico accenno esplicito al nuovo
continente in tutta l’opera shakespeariana) autorizzerebbero ulteriori
retrodatazioni, se mirate a suscitare il ricordo, dunque ancor fresco,
dell’Invincibile Armata (1588); a meno che non si tratti invece della Madre
de Dios, un galeone portoghese catturato dagli inglesi nel settembre 1592.
Al 1588 risale invece l’esecuzione di un sacerdote, William Hartley, cui
secondo T.E. Baldwin ( William Shakespeare Adapts A Hanging, 1931) si
alluderebbe nel quinto atto, quando il Secondo Mercante annuncia l’arrivo
del Duca per presenziare all’esecuzione di Egeone «laggiù, dietro i fossati
del convento» (V, i, 122); mentre bisognerebbe arrivare fino al 1592 e oltre
se si volessero considerare veri e propri prestiti - non tutti gli studiosi sono
d’accordo - talune somiglianze, onomastiche o d’altro tipo, con opere più