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potersi ritrovare se non attraverso uno specchio. Più che la semplice
ripetizione differente di un subplot a livello farsesco, i due Dromio sono
anzitutto l’almanacco (I, ii, 41), o il calendario (V, i, 403) che può garantire
la nascita, l’età, l’esistenza dei protagonisti; a loro volta, rivolgeranno
affannosamente ai padroni la domanda fondamentale «chi sono io?»:

DROMIO S.

 In un altro mi sono trasformato
 non è vero, Signore?

ANTIFOLO S.

                      Sì, lo credo,
 almeno nello spirito; e io pure.

DROMIO S.
 No, Signore, nell’anima e nel corpo.

ANTIFOLO S.
 Eppure tu hai l’aspetto consueto.

DROMIO S.
 No. Io sono una scimmia.

                                       [II, ii, 193-196]

Io sono una scimmia: dunque sono io l’altro che mi imita, mi copia, recita
la mia parte, o forse viceversa: la differenza non è più essenziale. Il
bisogno della messa in scena come unica forma di garanzia raddoppia la
storia del testo in quella della sua fortuna teatrale, che davvero non è
mancata e risulta comunque superiore alle fortune critiche, sia pure
nell’ambito di una visione - Komisarievsky a parte - spesso superficiale,
tesa a cogliervi l’occasione di adattamenti in chiave di operetta o di gaio
musical (la regista americana Margaret Webster, ricorda Stanley Wells, lo
definiva «not bad vaudeville»). Non sarebbe impossibile, forse, utilizzare la
Comedy come punto di partenza per una di quelle operazioni
shakespeariane in chiave “alternativa” e post-strutturalista a cui accenna,
con Derrida alla mano, Malcolm Evans:

     L’identità della “lettera” è sempre divisa in se stessa, condizionata, quella di un “supplemento” che
ha usurpato la dominante ideologica e metafisica. Le commedie dicono: «io non sono quello che sono»,
«niente di quello che è così, è davvero così», «se le tue quattro negazioni facessero due affermazioni»,
«se io fossi una donna», [...] «se questo fosse recitato ora su un palcoscenico, lo condannerei come
improbabile finzione...». Questo temporaneo rovesciamento delle polarità - in cui il supplemento
assume un ruolo prioritario, e le strutture centrali e gerarchiche vengono di fatto minate - segna la sua
vera e propria distruzione: la lettera nel testo delle commedie rifiuta di garantire la validità del “copione”
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