Page 1533 - Shakespeare - Vol. 1
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140 II, i, 222 crest: è il cimiero sopra l’elmo in uno stemma; coxcomb è la cresta di gallo, ma anche
il berretto del buffone professionale, onde la traduzione per permettere quel che segue.
141 II, i, 224 craven: gallo inadatto al combattimento; nella traduzione lo si è reso con ‘cappone’, per
le analoghe implicazioni del termine.
142 II, i, 226 crab: mela acerba o selvatica, ma anche ‘persona scorbutica’, ‘burbero’, col gioco di
parole che segue.
143 II, i, 230 young: nel senso di ‘vigoroso’, ‘forte’.
144 II, i, 235 sgg. Petruccio mette in pratica quanto preannunciato nel suo soliloquio; cfr. sotto, vv.
283-289.
145 II, i, 238 gamesome: allegra, amante del divertimento; cfr. Bruto in Julius Caesar, I, ii, 28: «I
am not gamesome».
146 II, i, 258 Allusione al proverbio che la persona saggia si tiene calda.
147 II, i, 269 Gioco di parole fra wild Kate e wildcat, ripreso al verso seguente, household Kates. Il
motivo del ‘domare’ è apertamente dichiarato; quanto alla prevaricazione di Petruccio, non
contempla nemmeno che Caterina acconsenta o no al matrimonio, ma poi sotto (vv. 297 sgg.)
fa credere che ci sia stato un accordo.
148 II, i, 281 Jack: cfr. sopra, v. 157.
149 II, i, 288-289 La paziente Griselda compare nel Decamerone di Boccaccio (X, x), nel Clerk’s Tale
di Chaucer, in ballate e canzoni popolari e drammi dell’epoca; la storia di Lucrezia romana è in
Tito Livio, in Ovidio, e com’è noto Shakespeare ci scrisse, forse negli stessi anni di The Shrew, il
poemetto The Rape of Lucrece.
150 II, i, 302 vied: nel senso di ‘moltiplicare’, ma anche di ‘rilanciare alle carte’; cfr. outvied, sotto, v.
378.
151 II, i, 306 meacock: debole, codardo; è l’unico uso della parola in Shakespeare.
152 II, i, 318 clapp’d: concluso alla svelta, con una pacca della mano, come nei mercati del
bestiame.
153 II, i, 321-322 Sia quello di Caterina, una merce (commodity) da far fruttare (’Twill bring you
gain), sia quello imminente di Bianca (vv. 325 sgg.) è un esplicito mercato; per Bianca si tratta
addirittura di una messa all’asta (vv. 335-337).
154 II, i, 332 Skipper: uno che barcolla, non sa stare in piedi; cfr. Youngling, sopra, v. 330.
155 II, i, 342 Tiro era famosa come centro commerciale dell’antichità e per la porpora (di Tiro).
156 II, i, 344 arras: centro famoso per le sue tappezzerie (da cui: arazzo).
157 II, i, 345 tents: le tende o cortine che chiudevano il letto.
158 II, i, 347 Valance (qui singolare usato per il plurale) era l’orlo di un drappeggio, evidentemente
ornato di ricami veneziani in oro; ma il verso ha valore per la sua suggestione evocativa di
sontuosità e ricchezza.
159 II, i, 357 sgg. L’improntitudine di Tranio travestito da Lucenzio è quasi pari a quella di Petruccio.
160 II, i, 363 jointure: il patrimonio assicurato per contratto alla sposa in caso di sua vedovanza.
161 II, i, 367 argosy: mercantile di grossa stazza (il nome è corruzione di ‘ragusea’, da Ragusa); cfr.
The Merchant of Venice, I, i, 9.
162 II, i, 398 fac’d... ten: non è chiaro a che gioco ci si riferisca (forse il Primero) e se Tranio intenda
che ha vinto con una scartina o una buona carta. Ma la frase era proverbiale.
163 II, i, 400 suppos’d: si sente l’eco del titolo del dramma di Ariosto, I suppositi, fonte di
Shakespeare nella traduzione di George Gascoine, Supposes (1566). Cfr. sotto, V, i, 107.
164 III, i, 9 Preposterous: nel senso etimologico di hysteron proteron, mettere prima quel che vien
dopo, onde il senso attuale di ‘sconclusionato’, ‘assurdo’.