Page 1532 - Shakespeare - Vol. 1
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118 II, i, 114 La frase si ritrova in antiche ballate e canzoni dell’epoca; il business del verso
     precedente ha qualche connotazione sessuale.

119 II, i, 121 in possession: all’atto del matrimonio; ma si noti sempre l’idea del possesso, della
     proprietà, dello scambio di beni.

120 II, i, 125 specialties: contratti espliciti, di valore legale; Battista vi contrappone la special thing da
     ottenere al v. 127.

121 II, i, 131-134 Petruccio ripete vecchi adagi.

122 II, i, 137 speed: fortuna; cfr. The Winter’s Tale, III, ii, 141.

123 II, i, 140 shakes: la ‘esse’ alla terza persona plurale dei verbi era comunissima (il cosiddetto
     plurale nordico).

124 II, i, 148 frets: propriamente le sbarrette trasversali sugli strumenti a corda, su cui si esercita la
     diteggiatura; allora in genere fatte di fili di budello. Caterina equivoca sotto, v. 151, sull’altro
     significato, Frets: irritazioni, che la fanno infuriare (fume). Nella traduzione, si è giocato su ‘tasti’
     e ‘tastare’.

125 II, i, 157 Jack: sinonimo di ‘sciocco’, ‘zotico’.

126 II, i, 168 Il soliloquio di Petruccio anticipa il metodo che adotterà intanto per sconcertare
     Caterina: rovesciarne l’atteggiamento nel suo contrario.

127 II, i, 176 pack: far fagotto, andar via, ‘smammare’.

128 II, i, 178 deny = refuse; cfr. sotto, V, ii, 104.

129 II, i, 180 speak: più che un invito a parlare, un ‘adesso [tocca] a te’.

130 II, i, 182 hard: heard, gioco su due parole omofone all’epoca di Shakespeare.

131 II, i, 185 bonny: più nel senso di ‘bene in carne’, ‘paffuta’, che in quello generico di ‘vezzosa’.

132 II, i, 187 super-dainty: non si trova altrove in Shakespeare; il quale gioca poi sull’omofonia di
     Kate(s) con cate(s) = leccornie (verso seguente) e con cat(s), secondo la pronuncia dell’epoca.

133 II, i, 191 sounded: sia nel senso di ‘proclamare’ che di ‘sondare’, onde il deeply del verso
     seguente.

134 II, i, 197 joint-stool: sgabello a tre o quattro gambe, fatto da un joiner; ma era proverbiale la
     frase ‘prendere qualcuno per uno sgabello’, ossia ‘non dargli importanza’. Cfr. King Lear, III, vi,
     51.

135 II, i, 204 as... be: con riferimento al giusto peso di una moneta non degradata, ovvero:
     importante (heavy) quanto la mia posizione, in ogni caso in opposizione all’accusa di essere
     «leggera». Onde la traduzione deve tener conto della rapidità di queste battute (repartees), più
     che del loro significato in senso stretto, da cui rifugge lo stesso Shakespeare.

136 II, i, 205 Petruccio riprende il should be finale di Caterina mutandolo in should - buzz, il ronzio
     dell’ape (bee) o vespa; a sua volta Kate da buzz passa a buzzard, termine che indica la poiana,
     considerata inadatta alla falconeria, e quindi persona indegna e spregevole, ma fors’anche
     insetto che ronza (onde la traduzione adottata), secondo il significato che assume al v. 207. Lì
     però la traduzione è libera, per permettere la continuità delle battute, anche con ciò che segue
     (wasp, ecc.).

137 II, i, 214 tales: come spesso in Shakespeare si gioca sull’omofonia tail/tale.

138 II, i, 215 What... tail: Petruccio dà un senso osceno al tales di Caterina, e rincara la dose con la
     sua battuta, che però può anche voler sottintendere: lasci a me l’ultima parola?

139 II, i, 218 arms: il blasone del gentiluomo (onde al v. 221 Petruccio chiede se è esperta di
     araldica: herald), ma anche nel senso letterale di ‘braccia’, dato anche che la grafia elisabettiana
     non distingueva fra to loose (sciogliere, far volare) e to lose (perdere). Nella traduzione si è
     scelto il significato principale.
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