Page 1326 - Shakespeare - Vol. 1
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BAT T IST A
Che c’è, amico mio, perché sei così pallido?
ORT ENSIO
È per paura, vi assicuro, se sono pallido.
BAT T IST A
Ebbene, mia figlia riuscirà buona musicista?
ORT ENSIO
Penso che riuscirebbe meglio come soldato.
Il ferro può resistere con lei, non i liuti.
BAT T IST A
Come, non l’hai rotta all’arte del liuto?
ORT ENSIO
No, lei ha rotto il liuto in testa a me.
Le avevo solo detto che sbagliava i tasti 124
e piegato la mano per insegnarle la diteggiatura,
e lei con spirito impazientissimo e diabolico
“Tasti, li chiami”, mi dice, “ti faccio tastar io”.
E a quelle parole me lo sbatté sul capo,
e la mia crapa s’infilò nello strumento,
e restai lì imbambolato per un po’
come alla gogna, guardando di tra il liuto
mentre mi dava dello strimpellatore da strapazzo
e musico stonato, 125 con mille altri improperi
come se se li fosse studiati per maltrattarmi.
PET RUCCIO
Caspita, parola mia, una ragazza in gamba.
L’amo dieci volte più di prima. Oh,
non vedo l’ora di far due chiacchiere con lei.
BAT T IST A
Su, vieni con me e non ti abbattere.
Continua gli esercizi con mia figlia minore;
lei è pronta ad apprendere e grata pei favori.
Signor Petruccio, volete venire con noi,