Page 1310 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1310
PET RUCCIO
Il vento che sparpaglia i giovani pel mondo,
a cercare fortuna lontano da casa,
dove non attecchisce l’esperienza. 85
In breve, Ortensio, così stanno le cose:
mio padre Antonio è deceduto, ed io
mi sono gettato in questo labirinto 86
per ammogliarmi e prosperare al meglio.
Ho soldi nella borsa e beni a casa,
ed eccomi quindi in cerca di fortuna.
ORT ENSIO
Petruccio, allora posso parlar chiaro 87
e prospettarti una moglie bisbetica
e sgraziata? Avresti poco da ringraziarmi
per il mio consiglio, eppure ti prometto
che sarà ricca, anzi molto, molto ricca.
Ma tu mi sei troppo amico, e come posso
augurarti di sposarla?
PET RUCCIO
Signor Ortensio,
fra amici come noi, poche parole;
perciò, se ne conosci una abbastanza ricca
da essere moglie di Petruccio - e la ricchezza
fa da bordone alla mia danza nuziale -
fosse brutta come l’amata di Florenzio, 88
vecchia come la Sibilla, indemoniata
e bisbetica come la Santippe di Socrate,
o peggio, la cosa non mi muove, o non rimuove
il mio trasporto, foss’anche agitata
come i marosi in piena dell’Adriatico.
Vengo a far ricche nozze a Padova,
e ricche vuol dir felici, a Padova.
GRUMIO
Eh, badate, signore, come vi spiattella quel che ha in mente. Dategli oro a
sufficienza e potrete sposarlo a un fantoccio o a una pupattola, 89 o a una
vecchia megera senza un dente in bocca, anche se impestata di malattie
come cinquantadue cavalli. Be’, non manca niente, se ci sono i soldi.