Page 1311 - Shakespeare - Vol. 1
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ORT ENSIO
Petruccio, arrivati a questo punto,
continuerò quel che ho avviato per scherzo.
Posso procacciarti una moglie, Petruccio,
ricca a sufficienza, giovane e bella,
allevata come si confà a una gentildonna.
Il suo unico difetto, ma basta e avanza,
è che è un’intollerabile bisbetica,
riottosa e indemoniata, così spropositata,
che se fossi in acque ben peggiori delle mie
non la sposerei neanche per una miniera d’oro.
PET RUCCIO
Basta, Ortensio. Non conosci gli effetti dell’oro.
Dimmi il nome di suo padre e non occorre altro.
Perché l’abborderò 90 se anche strepitasse
come il tuono quando d’autunno si squarciano le nubi.
ORT ENSIO
Suo padre è Battista Minola,
un signore affabile e cortese.
Lei si chiama Caterina Minola,
ben nota a Padova per la sua linguaccia.
PET RUCCIO
Conosco suo padre, anche se non lei;
lui conosceva bene il mio defunto padre.
Non chiuderò occhio finché non l’avrò vista.
Consentimi perciò la sfrontatezza
di lasciarti al nostro primo incontro,
a meno che non m’accompagni tu da lei.
GRUMIO
Vi prego, signore, fatelo andare finché gli dura l’estro. Parola mia, se quella
lo conoscesse come lo conosco io, capirebbe che gli strepiti servono poco
con uno come lui. Potrà magari dargli del ribaldo una mezza dozzina di
volte, ma sarà come niente. E se ci si mette lui, la subisserà di roboanti
improperi. 91 Ve lo dico io, signore, se appena prova a tenergli testa, le
getterà in faccia tante di quelle figure rettoriche da sfigurargliela, e non
avrà più occhi per vedere di un gatto. 92 Voi non lo conoscete, signore.