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(169 sgg., con quel che segue),
e viene attuato nella prima parte del grande incontro-scontro con Caterina.
La corteggia perché ha sentito decantare le sue virtù (190-193) - ma poi si
lascia trascinare o si lancia in un vortice di frecciate, invettive e rimbeccate
(194-234), che sono un vero scontro di arguzie e di personalità esasperate,
per poi riprendere i modi del rovesciamento della realtà e della negazione
delle verità palmari:
’Twas told me you were rough, and coy, and sullen,
And now I find report a very liar;
For thou art pleasant, gamesome, passing courteous,
But slow in speech, yet sweet as spring-time flowers.
(236-239 sgg.).
All’offesa e all’irrisione (245 e 249) si alterna la lusinga del riferimento
mitologico: Caterina vista come Diana, ma anche qui nel segno del
rovesciamento.
Caterina subisce un primo spaesamento verbale-metaforico sotto
l’incalzare di Petruccio, che con prevaricazione anche teatrale si dichiara
vincitore del match e dà per scontate le nozze (267-268: «Thou must be
married to no man but me. / For I am he born to tame you, Kate»),
nonostante le rimostranze di Kate (278-282). Petruccio addirittura
imbroglia, a questo punto: ci sarebbe un patto segreto fra loro (285: «If
she be curst it is for policy»; 297-298: «’Tis bargain’d ’twixt us twain, being
alone, / That she shall still be curst in company»). Anche questa
prevaricazione sul rapporto apparenza-realtà anticipa quel che seguirà: è
nella solitudine, anzi nella segregazione, che Petruccio l’avrà vinta su
Caterina (305: «How tame, when men and women are alone»). La sua
partenza per Venezia, per procurarsi «rings, and things, and fine array»
(316), prelude alla subdola negazione di quella aspettativa indotta: per le
nozze, Petruccio farà esattamente il contrario, e in seguito negherà a
Caterina tutto ciò che le promette. Il match, questa volta nel senso di
“matrimonio”, è clapp’d (318), sancito da una pacca delle mani come si fa
al mercato del bestiame; e che quella sia la realtà delle nozze del tempo, e
dell’ambiente mercantile della commedia, è ribadito dall’asta vera e
propria subito bandita da Battista per Bianca, che viene al pari di Caterina
considerata come pura merce, improduttiva se immobilizzata (321: «’Twas
a commodity lay fretting by you»), e che invece deve fruttare (322: «’Twill
bring you gain»).
Nell’ultimo “contrasto” di quest’Atto, Tranio travestito da Lucenzio