Page 1269 - Shakespeare - Vol. 1
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invece della filosofia Lucenzio trova l’amore, e per conseguirlo si traveste;
Petruccio è invece dichiaratamente in cerca di dote, e per ottenerla non fa
mistero di essere disposto a qualsiasi moglie. Il padre-mercante Battista
(che introduce un motivo mercantile che ritroveremo spesso in
Shakespeare) è pronto a disporre delle figlie come merce, al migliore
offerente o all’asta; non stupisce che a questo tipo di genitori si oppongano
le astuzie e gli inganni dei giovani. La presenza di Gremio, il vecchio
“pantalone” amoroso ripreso dalla commedia dell’arte italiana, offre il
destro a un primo contrasto su Caterina (I, i, 48-73) presentata come
violenta, riottosa e rissosa, secondo gli stereotipi della bisbetica, ma
accentuando, come vedremo, la sua natura “diabolica”. Archetipo è il suo
contrasto con la sorella mansueta, Bianca, il cui matrimonio dipende da
quello della maggiore; onde la trama degli innamorati dell’intreccio
secondario per procurare un marito a Caterina con l’ingaggio di Petruccio -
subito presentato come suo naturale antagonista (I, ii, 65-75). Petruccio
sfoggia toni e atteggiamenti marziali, da braggart (I, ii, 197-219); sempre
più la sua parte è di mostrarsi pari alla sfida di Caterina - un match, in
tutti i sensi, per lei. E infatti il loro incontro ha tutte le caratteristiche del
cosiddetto flyting match - dello scontro verbale, al limite dell’aggressione
fisica, fra antagonisti, quello che in italiano si definisce appunto un
“contrasto”.
L’Atto II (un’unica scena) è tutto ritmato su una serie di contrapposizioni e
contrasti. Dapprima fra Caterina e Bianca (con qualche premonizione di
un’analoga, celebre scena del Merchant of Venice); poi fra Petruccio e
Battista (46-60), un incontro che serve in parte a far progredire l’intreccio
di Bianca e in parte pone le basi della trama di Petruccio - match più che
adeguato per le pretese di Battista (113-126) come vuol esserlo per
Caterina (130): «I am as peremptory as she proud-minded». Da suadente
quale si era presentato (47-50), sempre pronto a cambiare le carte in
tavola com’è, egli premonisce su quel che sarà veramente: «For I am rough
and woo not like a babe» (136). Questa alternanza fra la (finta) dolcezza
esteriore e la (reale) rudezza di fondo sarà non solo il modo per vincere
Caterina, ma la cifra del suo carattere. (Di contro, quella di Caterina è
rozzezza di modi e atteggiamenti forse tutta esteriore.)
Il rovesciamento dei termini di cui Petruccio si servirà per domare la
bisbetica è esplicitato nel suo primo soliloquio:

      Say that she rail, why then I’ll tell her plain
      She sings as sweetly as a nightingale.
      Say that she frown, I’ll say she looks as clear
      As morning roses newly wash’d with dew.
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