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atteggiamenti scurrili fissano il tono farsesco della rappresentazione,
mentre lo “scherzo” del Lord prelude agli inganni saputi che
caratterizzeranno l’intreccio di Bianca.
L’intreccio principale realizza la trasformazione forzata della bisbetica in
moglie esemplare. A sua volta, quello secondario è tutto basato su
equivoci e inganni amorosi, travestimenti e trasformazioni: Lucenzio che
scambia ruolo col servo Tranio e si traveste da precettore per corteggiare
Bianca, così come fa Ortensio (I, i); a questi due “suppositi” si aggiunge il
pedante che assume le vesti di un falso padre (IV, ii), con le complicazioni
che ne conseguono. Il corteggiamento di Bianca avviene sotto mentite
spoglie e con il travestimento (o travisamento) di un testo latino di Ovidio
e di un esacordo (III, i); in IV, ii, i pretendenti subiscono una metamorfosi di
fronte al “tradimento” di Bianca con Lucenzio. La trasformazione maggiore,
in questo intreccio, riguarda Bianca, che da fanciulla mansueta e
arrendevole (I, i; II, i) diventa artefice della propria scelta, indipendente e
peperina alla fine, tanto quanto la sorella bisbetica risulta ossequiente e
“domata”.
La trasformazione principale è naturalmente quella operata da Petruccio su
Caterina, in termini che richiederanno maggiore esegesi; qui basti notare
che fin dall’inizio Petruccio fa mostra di un sé fittizio e comunque puts up a
show per ottenere il suo scopo, recita e costantemente rovescia la realtà
(vera o presunta) della bisbetica. Si maschera, insomma, e tratta Caterina
come se fosse l’opposto di quel che dicono (II, i); le sue stesse nozze sono
una mascherata premeditata (III, ii), un travestimento che ha un suo fine.
Terminato l’“addomesticamento” - che è tutto una serie di “scene” e
scenate, di recite e di antics - e ottenuto quel che si prefigge, sarà (forse)
marito sollecito per davvero, dopo essersi servito di una finta sollecitudine
to kill a wife with kindness (IV, i, 194). Il gioco fra realtà e finzione è per lui
continuo. Quanto a Caterina, invece, è tutta ahimè realtà: la forzata
trasformazione da bisbetica a moglie ossequiosa e obbediente è la
sostanza stessa della trama, e del suo destino.
Travestimenti, metamorfosi e trasformazioni sono sempre comunque
mantenuti sul piano di un’azione comico-farsesca, con differenziazioni
all’interno di quella che resta essenzialmente e vuol essere una commedia,
che solo in subordine, o ai nostri occhi di moderni, ha venature di serietà
drammatica per quanto riguarda, appunto, il destino di Caterina.
L’azione, che dura circa cinque giorni, si sviluppa secondo un’armonica e
lineare alternanza fra i due intrecci collegati e complementari, e si basa
essenzialmente su scene di contrasto e contrapposizione fra personaggi.
L’Atto I serve all’esposizione e alla formazione degli intrighi. Giovani di
sesto, come Lucenzio, e di ventura, come Petruccio, approdano a Padova;