Page 1093 - Shakespeare - Vol. 1
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RICHMOND [Esce dalla tenda.]
È dunque ora d’armarsi e di emanare gli ordini.
La sua orazione ai soldati.
Oltre a ciò che ho detto, miei fedeli compatrioti,
la ristrettezza e la tirannia del tempo
mi vietano d’indugiare. Tuttavia, ricordatevi di questo:
Dio e la nostra giusta causa combattono al nostro fianco;
ci si ergono di fronte, come sublimi baluardi,
le preghiere di santi in cielo e di anime offese.
Tranne Riccardo, quelli contro cui ci battiamo
preferirebbero che vincessimo noi piuttosto che il loro condottiero.
Poiché chi è colui che essi seguono? In realtà, signori,
un tiranno e un assassino sanguinario,
uno allevato nel sangue e nel sangue insediato al trono;
uno che s’è creato sostegni per impadronirsi di ciò che possiede
e che ha massacrato quelli che sono stati sostegni alla sua conquista.
Un’ignobile, immonda pietra, resa preziosa soltanto dal castone
del trono d’Inghilterra su cui è iniquamente salito;
uno che è sempre stato nemico di Dio.
Allora, se combattete contro il nemico di Dio
è giusto che Dio vi protegga come suoi soldati;
se ora sudate per abbattere un tiranno,
dormirete in pace, una volta ucciso il tiranno;
se vi battete in difesa delle vostre mogli,
le vostre mogli vi accoglieranno a casa come vincitori;
se liberate i vostri figli dalla spada,
i figli dei vostri figli vi compenseranno nella vecchiaia.
Dunque, nel nome di Dio e di tutti questi diritti,
alzate le vostre bandiere, sguainate, pronte, le spade!
Quanto a me, il riscatto della mia audace impresa
sarà il mio freddo cadavere sulla fredda faccia della terra;
ma se la fortuna m’arride, degli acquisti della mia impresa
avrà parte l’ultimo fra voi.
Tamburi e trombe, sonate arditi e lieti!
Dio e San Giorgio! Richmond e vittoria!
[Escono Richmond e seguaci.]
Entra re Riccardo, Ratcliffe e [soldati].