Page 1095 - Shakespeare - Vol. 1
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NORFOLK
Armatevi, armatevi, monsignore; il nemico irrompe sul campo.
RE RICCARDO
Avanti, avanti, presto! Mettete la gualdrappa al mio cavallo.
Mandate a chiamare lord Stanley; ordinategli d’accostarsi con le sue
forze.
Io guiderò i miei soldati alla pianura,
e questa sarà la formazione delle truppe:
l’avanguardia si disporrà tutta per il lungo,
composta in parti uguali di cavalleria e di fanteria;
gli arcieri saranno collocati al centro.
John, duca di Norfolk e Thomas, conte di Surrey,
saranno a capo di questa fanteria e cavalleria;
ad esse, sotto la loro direzione, seguiremo noi
col grosso delle forze, appoggiati, d’ambedue i lati,
alle ali, dalla nostra cavalleria scelta.
Così sia, e San Giorgio ci assista. Che ne pensi, Norfolk?
NORFOLK Gli mostra un foglio.
Ottimo piano, mio bellicoso sovrano.
Questo l’ho trovato stamane nella mia tenda.
RE RICCARDO
[Legge]
«Gianni di Norfolk, non far tanto il dritto,
ché il tuo padron Riccardo è bello che fritto.»
È un’invenzione del nemico.
Andate, signori, ciascuno al suo incarico!
I nostri spiriti non siano atterriti da sogni pettegoli:
la coscienza non è altro che una parola usata dai vigliacchi
ed inventata in origine per tener in soggezione i forti.
Le nostre armi possenti siano la nostra coscienza, le spade
la nostra legge. In marcia! Coraggiosamente uniti!
Avanziamo nel fitto della mischia
se non per il cielo, allora, tenendoci per mano, per l’inferno!
La sua orazione all’esercito.
Che altro debbo dire, dopo quanto ho già dichiarato?